«All'esame delle sue tele abbiamo compreso di trovarci di fronte ad un artista che ha acquisito il 'mezzo' per obiettivare una personalità pura, limpida, che ha superato ogni empirismo scolastico, e dal tentativo è giunto alla chiarificazione dei motivi che gli urgevano dentro, alla composizione degli elementi talvolta vaghi di una preparazione artistica complessa, poliedrica, meditata». (Il Mattino, 23 agosto 1962)
«Dotato di spiccato senso artistico, Porcasi traduce la sua vena pittorica in vivaci sintesi di spiritualità e di materia, genialmente rappresentata con mezzi tecnici non comuni che attingono al colore ed alla efficacia del chiaro-scuro l'effetto narrativo e creativo». (Il Messaggero, 24 ottobre 1964)
«Le opere del Porcasi possono definirsi riuscite perché soddisfano non solo il senso artistico, ma il cuore del visitatore che se ne sente attratto per quel che di positivo esse contengono». (Corriere dell'Irpinia, 24 ottobre 1964)
«Il linguaggio dell'opera grafica del Porcasi è impreziosito da una fattura eccellente che stilizza motivi ed elementi pittorici, affidando la sua intelligenza alla purezza della linea e alla ricercatezza cromatica». (Roma, 29 ottobre 1964)
«Non tutti i pittori [...] dispongono, come Franco Porcasi, di una sicura tecnica e di una attenta preparazione». (Epoca, 24 agosto 1974)
«Franco Porcasi ha saputo dare una 'grazia' tutta nuova alla pensosità umana». (Nicola Arminio, poeta)
«Liberamente e originalmente figurativo, lontano da ogni smorta superstizione veristica o nostalgica di 'illustrazionismo ottocentesco', il Porcasi rivela di essere aperto a tutte le manifestazioni più autentiche dell'arte, adusato alle tecniche più varie, alieno da ogni conformismo che aduggi la possibilità di cogliere alle radici il senso della vita e della profondità delle immagini». (Antonio Pascucci, letterato)
«Le figure di Franco Porcasi sono simboli di ricerca spirituale e mistica, rappresentano comunicazione fra ciò che è 'terreno' e ciò che appartiene ad una dimensione più alta e luminosa, tra ciò che è sacro e ciò che è profano; sono diletto del cuore e dell'anima, si avvicendano e si sovrappongono su piani che nella loro ricercatezza cromatica riproducono immense scenografie senza tempo». (Annamaria Parlato, storica dell'arte)
«Franco Porcasi ha il genio di pochi dacché la sua arte è figlia di una cultura umanistica di vecchio stampo che si è forgiata sui classici, trovando nutrimento e sintesi in una intensa vita di pensieri». (Francesco De Rosa, giornalista e scrittore)
«La dimensione eterna e atemporale dell'arte, in una pittura che è in grado di parlare della vita in ogni tempo, comunicando della vita stessa le emozioni, le sensazioni, i sentimenti che accomunano ogni uomo di ogni epoca». (Eloisa Crocco, giornalista)
«Il comune denominatore dell'attività del pittore, iniziata nel 1955, è l'umanità: i paesaggi sono umanizzati, abbiamo il dolore, la sensualità, l'umanità in tutte le sue sfaccettature e soprattutto molti volti; tutto si azzera, non c'è presente, né futuro, tutto accade in questo momento». (Paolo Jorio, direttore del museo del Tesoro di San Gennaro)
«Franco Porcasi è un artista diverso dagli altri, fuori dal coro, ex grege. Si tratta di un pittore eccezionalmente dotato tecnicamente, cosa rara oggi, che ha alle spalle la formazione in Accademia, e ha un vocabolario figurativo di tipo mimetico, nel senso che si capisce ciò che raffigura. I dipinti mostrano una sedimentazione di tipo culturale, con un utilizzo degli sfondi tipico degli antichi maestri di cui egli conosce la tecnica». (Stefano Causa, storico dell'arte e docente universitario)